Skip to main content
05.08.2023

Discorso 1 agosto 2023

Peter Schiesser / Monte Lema / 1 agosto 2023


Di seguito l'allocuzione del Municipale del Comune di Novaggio Peter Schiesser, inerente il Progetto di Aggregazione dei Comuni di Astano, Bedigliora, Curio, Miglieglia e Novaggio.
Il discorso si è tenuto durante l'evento sul Monte Lema in occasione della Festa Nazionale del 1 agosto 2023.

____________

Buongiorno, buon primo d’agosto a tutte a tutti.

Vi porto i saluti dei sindaci di Miglieglia, Novaggio, Curio, Bedigliora, e della gerente di Astano - i villaggi che si stendono sotto questa bella montagna, da cui si gode un’ampia vista, ben oltre i confini delTicino e della Svizzera. Ringrazio la società Monte Lema e il suo presidente Piergiorgio Morandi per avermi invitato a tenere il mio primo discorso per il 1. di agosto.

Il 1. di agosto ci riporta alla memoria il mito della nascita della Confederazione svizzera. Perché il Giuramento del Rütli, la vicenda di Guglielmo Tell, la rivolta contro gli Asburgo, la stessa data del 1. Agosto sono più cariche di mito che di importanza storica. Ma sia i miti, sia la storia hanno una forza, una propria importanza. Ogni paese, ogni cultura si nutre di miti. Sappiamo che mito e storia si sovrappongono e spesso si fa confusione credendo che i miti siano storia. I miti sono racconti semplici, che toccano il cuore, risvegliano emozioni. La storia, quella vera, è spesso più complessa, a volte contraddittoria.

I miti servono a illustrare le origini, a forgiare un’identità di fondo - la storia invece serve a spiegare il presente, a darci un’indicazione di quello che potrà essere il futuro. Non sempre, o forse potremmo dire quasi mai, miti e storia vanno d’accordo. E mettere l’accento sul mito dimenticando la storia, dimenticando come la storia di un paese è cambiata, può avere un effetto frenante, inibitorio. Crea l’illusione che l’identità di un paese sia qualcosa di immutabile, di rigido. In realtà, lo sappiamo, se guardiamo indietro, non possiamo dire di essere davvero uguali ai primi confederati. Il mito è la radice che ci tiene insieme, la storia è l’albero che cresce nel tempo. La Svizzera di oggi è dunque ben altra cosa rispetto alla proto-Svizzera del Medioevo. Rendersene conto aiuta l’albero a crescere. Certo, non è facile continuare a crescere in un mondo così complesso come quello odierno: la società cambia rapidamente, gli individui cambiano, i sistemi politici, le istituzioni cambiano.

E qui vi pongo una domanda: vogliamo continuare a crescere? Vogliamo crescere adattandoci alla realtà, mantenendo il legame con le radici? Ma questa è una domanda retorica, perché in realtà noi dobbiamo crescere, perché ciò che smette di crescere deperisce. E questo vale anche per i villaggi qui sotto.

Chi di voi vive in Malcantone sa che in novembre ci sarà la votazione consultiva nei 5 comuni che ho citato all’inizio su un progetto di aggregazione, che è stato elaborato dai cinque municipi, sostenuto dal Consiglio di Stato del Canton Ticino e approvato da tutti i consigli comunali e dalle assemblee comunali. Certo, non sappiamo se la popolazione dei cinque comuni seguirà le indicazioni delle autorità. Noi cercheremo di spiegare le ragioni, anzi la necessità di un simile passo. Ma sappiamo che a volte le ragioni non bastano, a volte, tante volte, vince la volontà di non cambiare, il desiderio di mantenere lo stato delle cose come sono.

Permettetemi di dire, anche se so che non tutti sono d’accordo, che questa è un’illusione: le cose cambiano comunque, e possono cambiare anche in peggio, se non si ha la forza di affermarsi. Ricordiamoci inoltre che attorno a noi, nel Malcantone, sono sorte altre aggregazioni: Alto Malcantone e Tresa. Dopo una lunga carriera nel giornalismo, sono da un anno e mezzo - un po’ per caso - in municipio a Novaggio e qui constato com’è diventata complessa l’amministrazione di un comune. Non solo a noi municipali mancano le competenze giuridiche specifiche per gestire i più variegati dossier e problemi, anche chi lavora in cancelleria - il segretario comunale e i suoi collaboratori - fatica a stare al passo con delle leggi sempre più complesse e specialistiche.

Tutti devono occuparsi di tutto, certo dando il meglio di sé, ma la buona volontà a un certo punto non basta più per fare bene in tutto. È la realtà dei piccoli comuni. Quelli più grandi invece possono permettersi di avere una cancelleria più grande e dei collaboratori più specializzati. E già questa, secondo me è una ragione per unire le forze fra noi cinque villaggi, creando un comune unico. Ma vorrei andare oltre: vorrei di parlare di democrazia. La democrazia richiede persone che si impegnano nei municipi e nei consigli comunali. In realtà nei piccoli comuni si fa molta fatica a trovare persone disposte a dedicare il proprio tempo alla cosa pubblica. Cito il caso di Curio (ma non è il solo): il sindaco Gianni Nava non ha mai dovuto affrontare delle elezioni; siccome è una persona dotata di molto humor mi ha detto: non so neppure se mia moglie mi avrebbe mai votato. È questa una democrazia funzionante? E quale peso politico possono avere in futuro questi cinque piccoli comuni nel contesto regionale e cantonale, attorniati da comuni che si sono aggregati per avere un minimo di massa critica? Un argomento ricorrente, di chi teme e si oppone a un’aggregazione spesso si condensa in una frase: non vogliamo perdere la nostra identità. Io penso che l’identità sia un concetto complesso, che ha tanti strati: Siamo di Novaggio, di Curio, di Bedigliora, di Astano, di Miglieglia. Ma siamo anche malcantonesi, ticinesi, svizzeri, europei, cittadini del mondo, molti di noi hanno radici altrove (io sono nato e cresciuto laggiù a Magliaso da genitori svizzero tedeschi). Poi siamo liberali, pipidini, socialisti, leghisti, udc e via dicendo… Ma semplifichiamo pure: prendiamo per buono (per ipotesi) che siamo di Novaggio, diversi da chi sta nei comuni circostanti. Non ci sentiremmo più parte della storia del nostro villaggio se domani si decidesse di collaborare insieme per creare un’amministrazione unica per i cinque villaggi?

Io ritengo che si aggiungerebbe solo uno strato di identità in più a quelli che abbiamo già, e che convivono tranquillamente. E poi, siamo sinceri: i nostri legami di parentela, le amicizie, gli amori, sono tutti concentrati nel nostro comune? In verità ci conosciamo e frequentiamo ben al di là dei confini comunali.

Come ci ha detto il consigliere di Stato Norman Gobbi alla prima serata informativa sull’aggregazione a Novaggio, chi viene da fuori fatica a distinguerci da un comune all’altro. Chi viene da fuori ci vede come si vede il Malcantone da quassù: un tutt’uno. Un’aggregazione non annulla le nostre identità. Un’aggregazione è solo uno strumento per unire le forze per far fronte alle sfide del mondo e del Ticino di oggi e di domani. Tanti comuni lo hanno già capito e messo in pratica. D’altronde, gli stessi tre cantoni Uri, Svitto e Untervaldo, avevano creato un’alleanza, pur rimanendo diversi, come prima di loro Berna nella attuale Svizzera occidentale, con la Confederazione burgunda, nel 1240.

Un’ultima cosa: se l’aggregazione andrà in porto, il nuovo comune si chiamerà Lema - come questo monte, con cui tutti e cinque i comuni confinano. Noi pensiamo che anche questo potrà contribuire a rafforzare la notorietà di questa bella montagna, anche fra i turisti di Oltralpe.

Se le mie parole sono servite per riflettere e generare un dibattito fra di voi avrò raggiunto il mio scopo. Poi vedremo il 26 novembre che cosa ne pensa la popolazione.

Grazie per la vostra attenzione, e ancora buon 1. Agosto a voi.

____________

Peter Schiesser - Municipale Comune di Novaggio